domenica 2 dicembre 2012

THE DISKETTO - EP DI GOODBYEVISA

Ero al telefono con l'amico Nereo, stimato batterista nonche' affezionato Fat Boy, quando uscì un'idea quantomeno originale: "perchè questa sera non fai un giro qui ad Arzignano, che c'è mio figlio Cesare che presenta con il suo gruppo il nuovo disco?" 
L'uggiosa giornata novembrina, unita ad un umore personale in linea con la stagione, mi spingevano a declinare l'invito. Era venerdì' sera, avevo tutta la settimana sulle (s)palle...e la prospettiva di una sera in  pigiama e ciabatte a cazzeggiare su Facebook. 
Ma appena cenato, la curiosità si insinuava in me, e dopo una bella doccia, decisi di prendere a calci le mie pigrizie di cinquantenne appesantito e recarmi a vedere che cosa questi sbarbatelli avevano confezionato. 
Raggiunsi una gremita Enoteca Palladio in centro ad Arzignano che i ragazzi del gruppo stavano accordando gli strumenti ed iniziando la prima canzone. Individuati gli amici Nereo ed Alberto e scroccato un prosecco a Nereo (a proposito grazie..) eccomi pronto a gustare lo spettacolo. 
Il quartetto si presentava con un look di garage-band verace. Basso, chitarra elettrica, batteria ed un front-man armato di chitarra acustica vissuta, con tanto di adesivi a coprire chissà quali ferite...
Avanti quindi con un po' di cover e, rotti gli indugi delle prime canzoni, ecco il gruppo mettere sul piatto le loro migliori pietanze, fatte di spontaneità, groove, voglia di divertirsi e di divertire. I quattro picchiano come carrettieri, con una grinta che dona nobiltà a canzoni forse semplici e tecnicamente un po naif.
Non me ne intendo molto di punk, di grunge, di indie e quant'altro, territori tra i cui confini si forma lo stile dei nostri, ma so individuare dove c'è cuore e passione. Quindi  ben vengano le strummate di questi due chitarristi da spiaggia, anzi tre ancorchè uno prestato al basso, le cover improbabili alle mie orecchie di anziano rocker e ben vengano soprattutto le loro canzoni originali, così fresche ed orecchiabili. 
Quasi due ore di spettacolo, con l'enoteca colma di amici festanti e, per bis finale, una ripresa di "Psyco Killer" dei Talking Heads che spacca, con Cesare alle pelli ed alle pentole scatenato,  a lasciare intravedere  una tecnica pronta per ben altre mete... Doveroso quindi l'acquisto dell'EP, anzi due copie, una per me ed una per diffondere il verbo. 
L'ascolto del disco, il giorno successivo, ha evidenziato da subito una piacevolissima sorpresa: la spigolosità selvaggia del live è ricondotta in ambiti più sobri, grazie ad una produzione elegante, che esalta anzi  la freschezza delle canzoni e la loro godibilità. I quattro brani  si "bevono" d'un fiato, e una volta finiti, si è pronti ad nuovo ascolto, e poi a un'altro ancora, sempre con un sorriso tra un brano e l'altro...
Che dire, amici Goodbyevisa, avanti a scrivere altre canzoni, ma scrivetene e suonatene tante. E sotto a suonare in giro, io faccio il tifo per voi!    

sabato 13 ottobre 2012

CHITARRA ELETTRICA DBZ BOLERO CHERRY SUNBURST



Complice una simpatica iniziativa promozionale avviata dal negozio di zona D-MUSIC, in collaborazione con l’importatore italiano del marchio statunitense, ho avuto l’opportunità di provare alcune chitarre, di fresco arrivo in negozio. In particolare ho testato il modello BOLERO CHERRY SUNBURST, la sorella BOLERO BLACK ed un’altra chitarra della serie BARCHETTA.
Soffermiamo l’attenzione sulla prima. Lo strumento evidenzia una spiccata ispirazione alla classiche LES PAUL GIBSON, sia per quanto attiene la forma (singola spalla mancante), l’elettronica (una classica copia di humbuckers), sia per altre specifiche generali (innesto manico/corpo set/neck, scala corta di 24,75”, scelta dei legni corpo in mogano con top in acero). L’esame più attento svela subito alcune personalizzazioni del progetto: la tavola sul corpo presenta alcuni scavi un po’ particolari che “alleggeriscono” e modernizzano il look dello strumento; i pick up, di fabbricazione originale DBZ hanno la possibilità di essere splittati usando il “coil tap” inserito nel potenziometro del tono, infine i controlli sono ridotti a un solo volume e un solo tono, a tutto vantaggio dell’immediatezza. Classico il selettore a tre posizioni (manico/coppia/ponte) per la scelta dei pick-up.
Appena imbracciato lo strumento si presenta subito, per dire, “amichevole”. Il peso è abbastanza contenuto, non ho dati precisi ma lo stimo tra i 3,5 ed i 4kg, e la tastiera, in palissandro ma tinta ebano con eleganti segnatasti a punto ed intarsio particolare al 12^ tasto, è molto comoda, con tasti ben rifiniti. Ciò, unito alla forma del manico, una “C” abbastanza stretta, conferisce allo strumento  una suonabilità assolutamente comoda e rilassata. I bending escono con facilità e anche puntate “velocistiche” trovano un terreno assolutamente adeguato.  Le meccaniche, tre per lato, sono Grover  ed hanno una resa progressiva e buona tenuta dell’accordatura.
Per la prova del suono ho collegato la chitarra ad un Roland Micro Cube, in modo da poter contare su una ampia paletta di possibilità sonore, dal clean più cristallino fino al metal pesante. Lo strumento evidenzia da subito una bella voce, sia sui puliti che su crunch e distorti, con i due pick up alquanto reattivi e diversificati.
Interessante la possibilità di splittare una delle due bobine, dimagrendo un po’ le frequenze e trovando combinazioni, specie con i pick ups abbinati, utili per arpeggi clean e per accompagnamenti in genere.  Certo non possiamo pretendere di trovare i suoni di una Strato o di una Tele, ma le possibilità sono sicuramente utilizzabili. La resa dei pick-ups è autorevole, ed al primo impatto non si presenta l’immediato desiderio di up-grade verso Duncan o Di Marzio.
Lo strumento, anche se presenta la stessa impostazione della blasonata americana, non evidenzia certo la stessa profondità di suono, lo stesso spessore del modello ispiratore (siamo anche su una fascia di prezzo di ¼ delle varie Les Paul originali). Emerge però un timbro generalmente più aperto ed arioso, a beneficio della versatilità complessiva, ricordando la prontezza di attacco degli strumenti con manico avvitato, pur mantenendo un timbro corposo sia su clean che a maggiori livelli di gain.
In definitiva ci troviamo di fronte ad una chitarra interessante, che può essere una valida scelta per chi fosse alla ricerca di uno strumento tipo Les Paul con due humbuckers senza svenarsi.  Certo, nella fascia di prezzo (tra i 450 ed i 550 euro a seconda della finitura) la concorrenza sul mercato non manca: si vedano al riguardo le varie Epiphone, Ibanez serie Art, Cort, Fender Black-top. Rispetto alla concorrenza, ovviamente secondo quanto  ho testato personalmente, si percepisce una qualità complessiva migliore, una grande versatilità che potrebbe portare la chitarra ad essere l’unico strumento di un rocker, con possibilità di coprire territori dal blues al metal, ed una notevole personalità estetica.
Strumento da provare e tenere senz’altro in considerazione.

martedì 8 maggio 2012

KLD GT30HM GUITAR AMP - HEAD REVIEW



KLD is a Chinese manufacturer active since 2000 in the production of guitar amps, effects and other accessories such as power reducers etc, recently landed on the Italian market through Startel Srl – Vicenza, exclusive importer for Italy. Among the first dealers to exhibit this brand we find “Jacolino Srl  - Vicenza”, where the   owner Stefano has launched in recent days an invitation to try on the web and review these amps, thing that I collected with curiosity and enthusiasm.
So let’s talk about the KLD GT30HM, tube-amp head coupled for the occasion to a  Hughes & Kettner 4x12 enclosure available in the store. I used for the test my G & L Legacy Tribute, a Korean middle class guitar, together with my Digitech RP1000 pedalboard, used only  as a multi-effect, thus excluding the amp simulations.
The amp-head shows a solid construction with a sturdy perforated metal sheet that reveals valves and circuits inside. The overall look is improvable, but that does not hide a certain aggressiveness, especially when the amp is on, and the filaments of tubes give an intriguing light. Weight is around 13/14kg,  not a feather but  serenely transportable with one hand. Knobs are “Chicken Head – type” black and with white indicator for good visibility. Their quality is ok.
The amp has a two channels configuration, clean and distorted, selectable by the panel or by footswitch (not supplied). The clean channel has a single pot for gain; the second channel has two volume controls (pre and post gain). Both channels share reverb and three band EQ section (classic bass-mid-treble) and presence, to give air to the sound. Finally, we find the control of master volume. There is a switch to "gain boost" that adds a few decibels to the sound, although not particularly efficient (basically we will keep it always on) and an effects loop.
The rear panel outputs supports  different impedances (8-16 ohms), and there is a comfortable XLR DI output, easy to record or send a signal to the mixer without necessarily mic the speaker.
The amp is equipped with three 12AX7 tubes for the preamp, and 4 EL84 for power. Features like this let us immediately think to the sounds of British amps, like Vox,  Marshall and Laney;  let’s now discover what our ears have to say about….
A first taste of the clean channel, with gain raised at 10.00 and tones flat, shows a full-bodied clean tone, great for arpeggios. It seems to have a sound very thick, ready to crunch according to our touch, or adding some gain to the amp. 

Strumming or funk tones must be reached lowering the volume pot of the guitar, or keeping down  bass and mid and emphasizing some treble. The result is stll by the hand.

Rising up the gain we will quickly reach blues tone, and it’s  really fun playing with  touch and feeling the work of the valves, enjoying a very good dynamic response.

The most interesting impression in both shades, and that will be  confirmed in the second channel, is the large reserve of power that this amp features. Compared to 15watts of the same brand, tried a few minutes before, you really seem to haveall the headroom you may need in your pocket .

Turning to the second channel, at low to medium levels of gain we can easily  simulate Stones, Zeppelin and Free riffs, finding us in a classic rock & roll area. Cranking up the gain, and pulling on  the mid-range, the amplifier shows  a beautiful lead-voice. On the other side, lowering the  midrange and pulling on bass and treble, we are ready to heavy metal.

The combined use of a multi-effects confirms a good capacity  of "digesting" the pedals, when connected straight to the input of the amplifier. The use of  some compression and modulation  literally "gives" life to the sound in both cleaned and in semi-distorted mode. We can reach great distortion tones a in the clean channel adding a good distortion pedal (rat style) or a fuzz (my favorite configuration), while in the lead channel combining a little overdrive or distortion you can add  roundness to the natural sound of the amp, giving a boost more complete. Adding a  load distortion,  like “Metal Zone” , you can get  “telluric” results.

So, at the end of the game, the amp sounds beautiful and usable in all configurations, accompanied by a nice solid feel and power. The combined use of some effects can then really take off the sonic palette available, covering all kind of music, from blues to heavy metal.

The amp, given its size and the propensity for vigorous tone (remember that there are no attenuations of the power circuits, which are present in 15W) is indicated in rehearsal room, fighting with drummers, rather than evenings in small venues. Not recommended for home use instead.A reasonable allocation with  2x12 enclosures Celestion equipped, will be the right  complement to  the beautiful voice of this head-amp.
The street price around 500 euros, is competitive with heads of the same power. The amp is recommended especially to young guitarists who play modern genres and are starting to perform live with continuity. With less than $ 1000,combining for example the head with a good 2x12 Marshall or  Laney and some pedal (a TS9, a Ds1 and a Small Clone) you can get a set-up with great  tone and  and power, which has nothing to envy with solutions even more famous but certainly much more expensive.



Lorenzo Masenello
Age: 50 Y
Town:  Vicenza – Italy
Guitar Player and Songwriter
Influences: Classic, Blues, Hard & Progressive Rock
Vilorenz@teletu.it

domenica 6 maggio 2012

TESTATA VALVOLARE PER CHITARRA KLD GT30HM


KLD è un produttore cinese attivo da ormai una decina di anni nella produzione di amplificatori per chitarra, effetti ed accessori quali riduttori di potenza etc.
E’ approdato di recente sul mercato italiano su iniziativa della Startel Srl di Torri di Quartesolo, importatore esclusivo per l’Italia. Tra i primi negozi ad esibire i prodotti di questo marchio troviamo l’ottimo Jacolino Srl di Vicenza, consolidato dealer  della piazza,  il cui titolare Stefano ha lanciato nei giorni scorsi sul web l’invito a provare e recensire questi ampli, invito che ho raccolto con curiosità ed entusiasmo.
Oggetto della nostra prova è quindi la testata KLD GT30HM, abbinata per l’occasione ad una cassa Hughes & Kettner 4x12 disponibile in negozio. Ad accompagnarmi nella prova la mia fida chitarra G&L Legacy Tribute, una coreana di classe media ma che conosco come le mie tasche e si è dimostrata nel tempo fida compagna delle mie avventure chitarristiche, e la mia pedaliera Digitech RP1000, usata unicamente come multi effetti, escludendo quindi le simulazioni di ampli.
La testata si presenta di costruzione solida, con un robusto lamierino metallico traforato che lascia intravedere valvole e circuiti. Look migliorabile, ma che non nasconde una certa aggressività, soprattutto ad ampli acceso, quando i filamenti dei “tubi” conferiscono una luce intrigante. Peso intorno ai 13/14kg, quindi non una piuma ma cmq trasportabile serenamente con una sola mano. Potenziometri di tipo Chicken Head, di colore nero con indicatore bianco di buona visibilità. La qualità degli stessi appare adeguata.




La configurazione è a due canali, pulito e distorto, selezionabili sia da pannello che con footswitch (non fornito). Il canale clean ha un solo potenziometro di gain, il secondo canale ha due controlli di volume pre e post gain. Entrambi i canali condividono riverbero e sezione di equalizzazione a tre bande (classico bass-mid-treble) e presence, per dare aria al suono. Infine il controllo di master volume. È presente un selettore di “gain boost” che aggiunge qualche decibel al suono, peraltro non particolarmente efficace (in buona sostanza ci si troverà a tenerlo sempre inserito). Presenti le prese di send e return per effetti di modulazione esterni. Sul pannello posteriore si notano uscite per gli speakers con varie impedenze (8-16 ohm), ed  una comoda uscita DI con presa xlr, comoda per registrare o inviare un segnale al mixer senza necessariamente microfonare.  
L’ampli è equipaggiato con tre valvole 12AX7 per la parte preamplificatrice, e 4 EL84 per il finale di potenza. Simile dotazione ci porta subito a pensare a suoni di matrice British, ovvero a Vox, Marshall e Laney, vediamo alla prova del suono che cosa andremo ad ottenere….
Un primo assaggio del canale clean, con gain a ore 11 e toni tutti a ore 12, con master a ore 10.00 ci fa subito sentire un timbro pulito molto corposo e presente, ottimo per arpeggi. L’impressione è di un suono bello carico, pronto a rispondere ed a “crunchare” se solo sollecitato un po’ pesantemente, o aggiungendo un po’ di gain all’ampli. Timbri per accompagnamenti funk o in strumming vanno un po’ ricercati, contentendo magari il volume in ingresso dello strumento, abbassando bassi e medi ed enfatizzando un po’ gli acuti. Il risultato è comunque a portata di mano.
Alzando il gain ci si porta velocemente in area blues, ed il gioco si fa veramente divertente sollecitando con il tocco le valvole, ottenendo una risposta dinamica decisamente buona.
La cosa più interessante, in entrambe le sfumature, e che vedremo confermata anche nel secondo canale, e l’ampia riserva di potenza che questo ampli dispone. Rispetto al 15 watt della stessa casa, provato qualche minuto prima, si ha veramente l’impressione di avere in tasca tutta l’headroom di cui si può avere bisogno. Come girare in città con una bella auto di media cilindrata, magari sovradimensionata per l’utilizzo ma che lascia la consapevolezza di essere all’altezza, se necessario per qualsiasi viaggio, anche di lungo chilometraggio…
Passando al secondo canale, a livelli medio bassi di gain ci si trova facilmente in territorio classic rock, i riff di Stones, Zeppelin e Free sono facilmente simulabili. Alzando il gain, e tirando sui medi, l’ampli esibisce una bella voce lead, mentre svuotando i medi ed alzando bassi ed acuti, eccoci pronti ad accompagnamenti tellurici in pieno stile heavy metal.
L’uso abbinato di un multi effetto ha evidenziato una buona capacità della testata di “digerire” i pedali connettendo l’unità direttamente all’input dell’ampli. L’uso di un po’ di compressione, di qualche modulazione fa letteralmente “prendere” vita al suono sia nei puliti che nei semi-distorti. Ottimi suoni distorti sono ricavabili nel canale clean con l’abbinata di un buon distorsore (stile rat) o un fuzz (è la configurazione che preferisco), mentre nel canale lead l’abbinata di un po’ di overdrive o di distorsione conferisce rotondità al suono naturale dell’ampli, donando una spinta maggiormente completa. Aggiungendo invece un distorsore bello carico (stile Metal Zone), si può arrivare a risultati tellurici.
Bene, in definitiva la prova ha fatto registrare suoni belli e fruibili in tutte le configurazioni, accompagnati da una bella sensazione di solidità e potenza. L’uso abbinato di alcuni effetti può poi fare veramente decollare la tavolozza sonora ottenibile.
L’ampli, vista le sue dimensioni e la gagliarda propensione timbrica (ricordiamo che non sono previsti circuiti di attenuazione della potenza, presenti invece nel 15W) è indicato a battaglie in sala prove anche con batteristi picchiatori, piuttosto che a serate in piccoli locali. Sconsigliato invece l’uso casalingo.
Una congrua dotazione di speakers, diciamo 2x12 di scuola Celestion, sarà l’adeguato complemento per dare aria alla bella voce di questa testata.
Lo street price intorno ai 500 euro, è competitivo rispetto a testate della stessa potenza. L’Ampli è consigliato soprattutto ai giovani chitarristi che suonano generi moderni e che stanno iniziando a esibirsi live con continuità. Con meno di 1000 euro, abbinando ad esempio alla testata una buona 2x12 Marshall o Laney e qualche pedale (un TS9, un Ds1 ed uno Small Clone) si possono trovare un set-up di adeguate capacità timbriche e potenza, che nulla ha da invidiare a soluzioni magari più blasonate ma senz’altro molto più costose.